Da ragazzina, con la mia famiglia, abitavo a Erba in via Mazzini. I nostri vicini di casa erano i Pirovano, persone molto socievoli. Il figlio sarebbe poi diventato importante e “speciale”: padre e poi monsignor Aristide Pirovano.
Le nostre due famiglie erano molto legate tra loro. Infatti mio nonno Pietro fu padrino di padre Aristide quando venne ordinato sacerdote. Sempre mio nonno, con mio papà Giuseppe e altri erbesi, lo accompagnò nel 1946 a Genova, dove si sarebbe imbarcato per raggiungere il Sudamerica e iniziare così la sua grande avventura missionaria in Amazzonia.
Racconto un piccolo aneddoto della mia infanzia, che mi piace sempre ricordare: padre Aristide che accompagna sua mamma a portarmi dei ribes. Erano buonissimi e per me erano un regalo prezioso, visto che ne andavo “matta”.
Con il passare degli anni cambiammo casa e ci trasferimmo. Tra un viaggio e l’altro, però, monsignor Aristide veniva regolarmente a far visita alla mia famiglia e rimase molto legato ai miei genitori, che furono sempre vicini alle sue necessità e a quelle della sua missione.
Da allora sono trascorsi molti anni e la vita ci ha riservato diverse esperienze. Tuttavia, per me e per la mia famiglia, monsignor Aristide Pirovano rimane e sempre rimarrà una persona speciale, da custodire gelosamente nei nostri ricordi.
di Angela CICERI
22-06-2025
Tutte le testimonianze:
Giugno: «Come erano buoni i ribes che padre Aristide mi portava!»
Maggio: «Monsignor Pirovano ci affidò Marituba e mi disse: “I conti li farete con il Signore”»
Aprile: Cresimato e sposato da padre Aristide: «Sapeva leggerti nell’anima»
Marzo: Il «dottore missionario»: «Padre Aristide mi insegnò a guardare verso il cielo»
Febbraio: L’amico sindaco: «Padre Aristide, meriti di essere Santo»
Gennaio: «L’ingegnera» di Marituba: «Dom Aristides per me è stato un grande dono di Dio»