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«Così a Marituba investiamo nelle persone»

A Marituba la presenza di monsignor Aristide Pirovano e dei missionari che hanno lavorato con lui e dopo di lui «ha lasciato il segno», come forma di testimonianza «che Dio è padre provvido e non abbandona i suoi figli». Lo scrive suor Ignez Stieve, responsabile del progetto educativo condotto a Marituba dai Poveri Servi della Divina Provvidenza, nella relazione sul 2013 che i “genitori adottivi a distanza” dei piccoli brasiliani hanno ricevuto in questi giorni insieme a un disegno di carattere natalizio del loro “figlioccio” o della loro “figlioccia”.
Suor Igniez descrive il complesso di attività svolte a favore dei giovani, sottolineando l’importanza del sostegno offerto con «generosità e sensibilità» dai benefattori italiani. Sostegno tanto più fondamentale considerando i nuovi problemi di Marituba, dove la popolazione registra «una crescita costante, ma “disordinata”. Il che comporta disoccupazione, violenza e altre situazioni di disagio», a cui si aggiunge l’«instabilità politica» (in meno di un anno si sono avvicendati ben quattro sindaci). Ecco quindi l’esigenza di investire «nelle persone» e di promuovere «azioni in grado di fornire una formazione completa», con il risultato di «una migliore qualità della vita e della dignità umana».
La relazione si sofferma poi sui servizi sociali articolati attraverso gli asili, le scuole elementari e superiore, progetti come la Fazendinha Esperanca e “Costruendo Cittadinanza” e il centro di formazione professionale intitolato a padre Aristide. Servizi che, grazie anche al supporto degli “Amici” italiani, si ampliano ogni anno: nel 2013, per esempio, alle tradizionali visite periodiche a domicilio – che permettono di acquisire «una reale conoscenza delle famiglie e delle loro esigenze» (soprattutto cibo e medicinali) – si è aggiunto un campo estivo, che ha dato ottimi risultati sotto il profilo sia delle condizioni di salute dei bambini partecipanti, sia della loro socializzazione. Sono poi stati organizzati diversi eventi di animazione culturale, che hanno incoraggiato «la creatività, la partecipazione e l’interazione tra studenti, collaboratori e famiglie».

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