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«Padre Aristide nel Giardino dei Giusti, una risposta di pace alla guerra di oggi»

Nel Giardino dei Giusti inaugurato l’anno scorso all’interno del Parco di Villa Amalia a Erba, un imponente tiglio che domina sul «molle clivo di Brianza» narrato dal Foscolo è da oggi dedicato a monsignor Aristide Pirovano. La cerimonia di intitolazione – promossa dal Comitato tecnico a cui partecipa anche Gariwo, l’onlus internazionale che si occupa della gestione del Giardino dei Giusti di tutto il mondo – si è svolta questa mattina con la partecipazione di docenti e studenti del Liceo Carlo Porta (che ha sede in Villa Amalia), di autorità civili e religiose e dei rappresentanti dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano. A 25 anni dalla morte, quindi, il Vescovo missionario entra nel novero di quanti vengono onorati come Giusti perché «di fronte al male e all’ingiustizia, si sono assunti una responsabilità personale per difendere la dignità umana», lanciando un messaggio «forte e universale».

Gli interventi istituzionali

«Questo Giardino è stato inaugurato lo scorso anno anche come segno di speranza e di ripresa dopo la pandemia – ha spiegato Marzia Pontremoli, dirigente scolastica del Liceo Porta -. Oggi l’intitolazione a monsignor Pirovano è una risposta a un presente fatto di guerra. Affermando i valori che padre Aristide ha fatto propri nella sua vita – solidarietà, operosità, collaborazione – questo Giardino vuole essere sempre più un seme di pace». «È un luogo vivo di cultura, di memoria, di dialogo e soprattutto di educazione, per promuovere ciò che costruisce e non ciò che distrugge – le ha fatto eco la professoressa Manuela Giani, che ha condotto la cerimonia -. Ai Giusti, come si legge nel Talmud, spetta il compito di tenere le redini del mondo. E l’educazione ha potenzialità immense per costruire un mondo di pace e di giustizia». Il consigliere provinciale Elvio Colombo, che ha conosciuto personalmente padre Aristide, ha sottolineato: «In un mondo dominato dall’individualismo, chi fa del bene agli altri, come lui ha fatto, deve essere preso a esempio».

Monsignor Angelo Pirovano, responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia, ha ricordato che padre Aristide sarà celebrato anche domenica 29 maggio, con la visita a Erba del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano: «Ha vissuto fino in fondo il suo essere erbese e la sua terra lo ricorda e gli è riconoscente per quello che ha fatto donandosi agli altri, senza guardare al proprio interesse», rinunciando anche alla prudenza che sarebbe stata necessaria durante la guerra e che lo stesso cardinale Schuster gli aveva raccomandato, come proprio il missionario raccontò in una circostanza all’attuale Prevosto di Erba.

Il lavoro degli studenti e dei docenti

Protagonisti della mattinata sono stati però gli studenti del Liceo Porta, che hanno animato la cerimonia – con la “regia” della professoressa Monica Acerboni – con letture, riflessioni e l’esecuzione dal vivo di brani musicali contemporanei scelti ad hoc per le tematiche contenute nei testi. In particolare la classe II A, sotto il coordinamento dei professori Davide Griffini e Rita Ferlini, ha ricostruito e narrato brani della biografia di monsignor Pirovano, con speciale riferimento a quanto da lui compiuto durante la seconda guerra mondiale a Milano e a Erba.

Per la cerimonia docenti e studenti hanno curato un pieghevole illustrativo del Giardino, realizzato anche con la tecnica della Scrittura Aumentativa e Alternativa, che semplifica e incrementa la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà a utilizzare i canali comuni. I pieghevoli sono stati distribuiti all’ingresso ai presenti, insieme a una spilletta con il logo del Giardino dei Giusti.

Le voci degli Amici

Dopo gli interventi delle autorità ha preso la parola Rosanna Pirovano, presidente degli Amici. Reso omaggio a Foscolo – che soggiornò in Villa Amalia – con un breve estratto delle Grazie, ha rievocato un aneddoto personale che in qualche modo unisce gli elementi della giornata: «Durante un viaggio in Terra Santa, visitai il Giardino dei Giusti a Gerusalemme. E mio padre diceva sempre che anche padre Aristide avrebbe dovuto essere riconosciuto come Giusto… Ci fu chiesto di lasciare il testo di una preghiera nella nostra lingua. Io avevo da poco composto una versione dialettale del Padre Nostro e quindi la consegnai. Poco tempo dopo, in una cena natalizia, padre Aristide ascoltò quella versione nell’esecuzione musicale di Roberto Motta e nell’interpretazione canora di Lella Greco. Inizialmente sospettoso, poi ne fu tanto compiaciuto che ci fece con le dita il segno di “ok”! Quel giorno a Gerusalemme mai avrei immaginato di assistere alla cerimonia di oggi…».

«Noi oggi onoriamo un sacerdote, un Vescovo, un missionario, che ha vissuto la sua vita alla luce della fede cristiana e del Vangelo, ma che ha conformato la sua intera esistenza a un principio che ha una valenza assolutamente laica: la giustizia – ha aggiunto Mauro Colombo, vicepresidente degli Amici -. Chi ha conosciuto padre Aristide e ne condivide la fede ha visto in lui i tratti inconfondibili dell’uomo di Dio. Ma anche chi non l’ha conosciuto e ha una visione della vita diversa dalla sua, di fronte alla sua biografia, non può non riconoscere di trovarsi davanti a un uomo che ha operato per la pace, un uomo che ha promosso il rispetto e l’eguaglianza fra tutti gli esseri umani, in ultima istanza un uomo giusto».

Lo scoprimento della targa

Al termine degli interventi i presenti si sono incamminati lungo il viale nel quale è stato allestito il Giardino dei Giusti, segnalato da un’installazione con la scritta MEMORIA. Sono passati davanti agli alberi già intitolati a Gabriele Moreno Locatelli (volontario pacifista ucciso a Sarajevo nel 1993), Antonia Locatelli (missionaria assassinata in Ruanda nel 1993) e padre Lido Mencarini (missionario del Pime che durante la guerra difese molti ebrei e numerose altre persone dalla violenza delle SS).

Giunti al culmine del viale, sopra un piccolo poggio panoramico, ecco il tiglio dedicato a padre Aristide. La presidente Pirovano e la dottoressa Pontremoli hanno sollevato il velo che copriva la targa, rivelando l’immagine sorridente di padre Aristide e questa epigrafe:

ARISTIDE PIROVANO (1915 – 1997)

Vescovo missionario, messaggero del Vangelo, operatore di pace, amico degli ultimi.


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