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Nel nome di padre Aristide in Brasile un Centro di ricerca clinica sui virus

Con un connubio tra preghiera, convivialità, scienza e musica, sabato 4 febbraio il XXVI anniversario della scomparsa di monsignor Aristide Pirovano (3 febbraio 1997) è stato ricordato a Erba, città natale del Vescovo missionario.



La Messa

Nel pomeriggio, nella Prepositura di Santa Maria Nascente, è stata celebrata la Messa in suffragio, alla presenza di diverse autorità – tra le quali il sindaco di Erba Mauro Caprani e il presidente della Provincia di Como Fiorenzo Bongiasca – e di una rappresentanza dei Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’Opera Don Calabria, la congregazione religiosa veronese a cui padre Aristide nel 1991 affidò le sorti della comunità brasiliana di Marituba, teatro della sua ultima missione.

La celebrazione è stata introdotta da un saluto di Rosanna Pirovano, presidente dell’Associazione Amici di Monsignor Aristide Pirovano: «Le opere di padre Aristide – e anche le nostre – si radicano nella fede e sono alimentate dalla preghiera. Quindi preghiamo per lui e perché il suo esempio e la sua testimonianza continuino a ispirare il nostro cammino» (in allegato il testo integrale). La Messa è stata presieduta da monsignor Angelo Pirovano, responsabile della Comunità pastorale Sant’Eufemia, e concelebrata da don Miguel Tofful, già Superiore generale dei Poveri Servi, e da padre Raffaele Finardi.

«La vita e la missione di padre Aristide sono un segno dell’amore di Dio, a imitazione di Gesù, che si è donato a tutti, senza distinzioni – ha rilevato monsignor Pirovano nell’omelia -. Quella era la sua strada, e lui l’ha percorsa nell’amore e nel servizio». Il Prevosto ha poi ricordato un passaggio dell’omelia pronunciata dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, celebrando a Erba il 29 maggio 2022 la Messa per il XXV anniversario della scomparsa del Vescovo missionario: «La sua vita non è stata una vita di “ordinaria amministrazione”; è stata un incalzare di momenti, nei quali la diffusione del Vangelo, l’impegno missionario, l’amore per i piccoli – dove piccoli non sono solo quelli per l’età, ma anche coloro che soffrono, sono emarginati e soli -, sono stati un riferimento sicuro, una linea costante nel suo cammino incontro al Signore». «Qui troviamo il senso della nostra volontà di conservare la sua memoria e la gratitudine per il bene da lui compiuto, una testimonianza che l’Associazione a lui intitolata ci aiuterà a mantenere viva», ha concluso il Prevosto, che al termine della celebrazione – collegandosi alla Giornata per la vita (5 febbraio) – ha rinnovato il suo invito ai fedeli a ricordare padre Aristide, «paladino della vita»



La serata

Dopo la Messa un centinaio di persone hanno preso parte a una serata al Ristorante Leonardo da Vinci, dove è stato presentato un importante progetto legato all’Ospedale “Divina Provvidenza” di Marituba, a cui gli Amici di padre Aristide collaboreranno in partnership con i Poveri Servi, la Fondazione Marcello Candia, il Comitato San Giovanni Calabria e la onlus Missioni Don Calabria (realtà nell’occasione rappresentate dai loro massimi esponenti).

La cena è stata preceduta dai saluti del presidente Bongiasca (che ha plaudito e incoraggiato l’azione degli Amici di padre Aristide), del sindaco Caprani (che ha invitato i presenti a farsi loro stessi “missionari” per recuperare quei valori che la società odierna sembra avere perduto) e della dottoressa Alessandra Capé presidente della Fondazione Candia (che ha ricordato le straordinarie opere nate a Marituba dalla collaborazione tra Candia e Pirovano) e dalla benedizione del Prevosto.

A illustrare il progetto (in allegato due schede di presentazione) è intervenuta la dottoressa Concetta Castilletti, virologa di fama mondiale, nominata Cavaliere della Repubblica per gli studi sul Covid-19 compiuti all’Istituto Spallanzani di Roma e oggi impegnata presso l’Irccs “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar (Verona), “motore” di questa opera il cui cuore sarà il “Divina Provvidenza” di Marituba, l’ultima opera voluta da padre Aristide. Una struttura che negli ultimi 25 anni si è costantemente sviluppata, assumendo un ruolo-chiave nel sistema sanitario del suo territorio e divenendo un cardine della “rete” degli ospedali calabriani nel mondo (oltre a Negrar, quelli esistenti in Angola e nelle Filippine).

Un progresso che passa attraverso l’implementazione continua delle attrezzature: il prossimo passo sarà l’acquisto di un apparecchio per la risonanza magnetica, al quale anche gli Amici di padre Aristide hanno destinato un significativo contributo finanziario. L’obiettivo è quello di essere sempre al passo con i tempi e di sapere rispondere anche alle sfide impreviste, come quella del Covid, davanti alla quale – pur in un contesto altamente drammatico – il “Divina Provvidenza” si è rivelato all’altezza.

Proprio le due lezioni del Covid – i virus vanno affrontati prima che diventino pandemici e in un mondo globalizzato l’Occidente non può più considerarsi immune come in passato – sono alla base dell’obiettivo finale del progetto: la realizzazione, di fianco all’Ospedale, di un grande Centro di ricerca clinica per lo studio dei virus. «Il mio pallino sono le malattie infettive emergenti – ha spiegato la dottoressa Castilletti -. L’azione peculiare che a Negrar si compie sulle malattie tropicali e il fatto che lavori in rete con altri ospedali nel mondo ha motivato la mia scelta di lasciare lo Spallanzani per l’Irccs veronese».

“Embrione” del Centro di ricerca è un piccolo laboratorio già operante, gestito da un ricercatore molto stimato, che da sempre si occupa di lebbra. «Il nostro scopo è prevenire ciò che è accaduto con il Covid – ha precisato la ricercatrice -, soprattutto sul fronte delle malattie neglette (malattie infettive croniche diffuse soprattutto nei Paesi meno sviluppati, ndr) e dei patogeni resistenti agli antibiotici, da cui probabilmente arriveranno in futuro le maggiori minacce. Per questo è necessario creare un team di ricerca». È prematuro parlare di tempi e costi complessivi: «Sono ancora in fase di studio, si inizia sempre a piccoli passi… Il progetto è impegnativo, ma non siamo soli, perché stiamo cercando di coinvolgere anche le autorità scientifiche del Parà (lo Stato brasiliano a cui appartiene Marituba, ndr). La collaborazione di tutta la comunità scientifica è fondamentale».

Il lavoro di ricerca svolto a Marituba produrrà frutti a livello globale: così una missione finora oggetto di aiuti e assistenza “restituirà” quanto ha ricevuto. «Io sono rimasta impressionata da ciò che è stato realizzato in questi anni a Marituba, dove professionisti molto preparati lavorano a servizio del loro territorio – ha concluso la dottoressa Castilletti -. Da qui nascerà uno scambio virtuoso, e non potrebbe essere altrimenti». In una iniziativa scientifica che manterrà comunque il focus sulla persona umana, esiste già una proposta concreta: intitolare il futuro Centro a padre Aristide. L’annuncio ha suscitato l’applauso dei presenti.

Dopo la dottoressa Castilletti ha preso la parola il dottor Enrico Fiorio, presidente del Comitato San Giovanni Calabria (nato tre anni fa quale “costola” della Congregazione), che ha ricordato quanto fatto a favore di Marituba (come la fornitura di una Tac) e illustrato l’impegno finalizzato all’acquisto dell’apparecchiatura per la risonanza magnetica, che sarà ultimato prossimamente anche con l’aiuto degli Amici di padre Aristide.

Successivamente, in un collegamento telefonico con il Brasile, hanno portato i loro saluti fratel Gedovar Nazzari (Economo generale del Poveri Servi), il dottor Claudio Bianconi (medico a Negrar) e il dottor Lorenzo Spinnato (del Comitato San Giovanni Calabria), che in queste settimane nel Paese sudamericano hanno intrecciato una rete di relazioni e contatti con diverse realtà (tra le altre, l’Arcidiocesi di Belem, il Governatorato del Parà e l’Università Cattolica), proprio per sostenere il progetto.

La conclusione della serata è stata allietata dalla musica, con i brani di celebri operette interpretati dai cantanti Maria Rosaria Cannatà e Vincenzo Petrucci, accompagnati al pianoforte da Deborah Chiantella, molto apprezzati dai presenti.

A chi volesse contribuire al nuovo progetto, gli Amici di padre Aristide ricordano che persone fisiche e giuridiche possono effettuare erogazioni liberali (detraibili dall’imposta lorda o deducibili dal reddito d’impresa) sull’Iban IT88A0832951270000000202956 (Bcc Brianza e Laghi, Filiale di Erba), causale: Offerte Ass. “Amici Mons. Aristide Pirovano”.



Il saluto di Rosanna Pirovano

Progetto Marituba -scheda 1-

Progetto Marituba -scheda 2-



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